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Orvieto… di vino: dal passato ai giorni nostri

Orvieto… di vino: dal passato ai giorni nostri

Orvieto bellissima città umbra di origine etrusca dall’alto della sua rupe domina la prosperosa campagna circostante, ricca di ulivi e soprattutto di vigneti, che ci regalano delle ottime uve impiegate per la realizzazione dei grandi bianchi del territorio e dei piacevoli rossi.

La viticoltura in queste zone affonda le proprie radici sin dalla cultura etrusca come testimoniano le cantine/grotte situate sotto la città e gli affreschi trovati nella tomba Golino I, insieme ai numerosi oggetti recuperati quali brocche, vasellame da tavola usato per i banchetti e riti sacri. La storia prosegue per tutto il medioevo dove si va a cercare di migliorare le tecniche di produzione e conservazione come ci fanno ben capire i numerosi documenti comunali dell’epoca dove regole, sanzioni, leggi mettono un po’ di ordine al leggero caos che regna nelle campagne in cui si il vino é si buono ma non ha una regolamentazione precisa.

Durante la costruzione del duomo della città gli operai, durante i minuti di pausa dal duro lavoro, amavano fare due chiacchiere davanti a qualche bicchiere di questo vino bianco cosi profumato e piacevole; scolpirono cosi dei bellissimi grappoli nel marmo sistemandoli esattamente sulla facciata dell’edificio. Con lo “Statuto degli Osti” datato 1596 si creò un preciso insieme di regole e codici da seguire valido per agricoltori, vinai, osti e qualunque persona volesse cimentarsi nella produzione, diffusione e vendita di questo vino.

E così tra cardinali, papi, poeti dell’800, commercianti e viaggiatori, il vino di Orvieto arriva ai giorni nostri perfetto e con un passato glorioso alle spalle.

Nella produzione della DOC Orvieto concorrono per il 60% uve Trebbiano o Procanico e Grechetto, mentre per il restante 40% vitigni a bacca bianca coltivati nella regione o nella provincia di Viterbo. Possiamo trovare questo vino nella varianti secco, amabile, dolce, superiore, vendemmia tardiva, muffa nobile, anche se le maggiori produzioni sono di secco e classico secco. Abbiamo anche produzioni di rosso con la DOC Orvietano Rosso prodotti con uve sangiovese, montepulciano, merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc, meno conosciuti ma molto piacevoli e ben fatti. La zona di produzione denominata classico si riferisce ai vigneti a ridosso della città.

Il territorio particolarmente vocato unito ad una sapiente mano dell’uomo nel corso dei secoli ha portato a dei vini eccellenti in un reciproco rapporto d’amore tra la campagna e la città. Molte sono le aziende produttrici, citiamo alcune bottiglie da non perdere in una vostra eventuale visita in queste zone vere proprie perle della vasta produzione. Orvieto Classico Superiore San Giovanni della Sala, che dire di questo vino eccellente del Castello della Sala, uve grechetto e procanico per un prodotto fresco minerale di buona consistenza dotato di delicati profumi di agrumi, frutta a polpa bianca, fiori di campagna bianchi molto fine. Si passa poi all’Orvieto Classico La Carraia meno blasonato del primo, di un bel colore giallo paglierino nel bicchiere, profumi freschi di fiori e frutti bianchi, acacia, mandorla, il tutto con un buon equilibrio gustativo. Come non parlare del Vigneto Torricella di Bigi storica azienda del territorio, frutta gialla matura, pesche, albicocche, ginestre, una buona mineralità su un bel giallo paglierino, ottima anche la morbidezza. Data la qualità della zona e dei terreni anche l’azienda toscana Antinori con Santa Cristina produce l’Orvieto Campogrande fruttato, floreale note di biancospino, mandorle, lieve profumo di pesca bianca giusta morbidezza e persistenza in equilibrio con la struttura generale vino prodotto con uve procanico e in minima parte grechetto da provare con un bel risotto agli asparagi.

Tutti questi vini hanno la caratteristica del terreno da cui provengono; mineralità dalle componenti vulcaniche e tufacee, freschezza e morbidezza dalle uve con cui sono prodotti, fini, profumati, regalano un bel oro giallo nei bicchieri. Da non perdere Orvieto Cecchi della famosa azienda toscana, fresco, fruttato, equilibrato, erbe di campagna , biancospino, mela golden, di buona morbidezza. Si possono trovare anche alcuni vini realizzati aggiungendo una parte di chardonnay nella produzione come l’Orvieto Classico Superiore Flebeo di Cardeto, fruttato, un bel giallo più pieno del classico paglierino, frutta esotica, ananas, melone, fiori bianchi, buona morbidezza generale. Ottimi vini ideali con i piatti tipici del territorio, carni bianche, salumi e formaggi, non troppo stagionati, pesce, risotti, un vino che si abbina facilmente alla cucina di tutti i giorni , vini da provare e un territorio da visitare almeno una volta nella vita.

Pietro Parissi
pietroparissi@yahoo.it

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